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L'autore, dopo essersi fermato sull'art 2 della costituzione repubblicana del 1948, relativo al 'riconoscimento' dei diritti inviolabili della persona umana e alla inderogabilità dei doveri di solidarietà politica economica e sociale, pone in rilievo come la costituzione del 1948 tutta abbia determinato una vera e propria 'rivoluzione copernicana' nel sistema dei diritti affermato dalla rivoluzione francese, ponendo a suo fondamento la tutela della persona umana ed i conseguenti doveri di solidarietà e non più la tutela della libertà dell'impresa e della proprietà private. Ciò sulla base dell'accordo dei costituente della sinistra democristiana e dei massimi dirigenti del partito comunista. La parte più innovativa del volume è la messa in rilievo che i padri costituenti non si posero il problema - o non se lo posero in modo adeguato - delle complesse questioni che sarebbero sorte specie sul delicato tema della interpretazione della legge sostanziale, questioni che avrebbero richiesto innovazioni sulla disciplina dell'ordinamento giudiziario e dei processi civili di impugnazione: innovazioni che nel 1948 non furono fatte (ove si prescinda dalla pur importantissima istituzione della Corte Costituzionale ). Gli scritti della terza parte del volume hanno ad oggetto l'individuazione di tali problemi e la necessità che su di essi si apra almeno un dibattito, pur nella consapevolezza che esso - ferma restando la Corte Costituzionale - non potrà che portare anche a proposte di riforma costituzionale di alcune norme processuali inserite nella Costituzione del 1948.